Un itinerario tra antichi villaggi di pescatori, coste frastagliate, borghi dalle case colorate, vigneti aggrappati a ripidi terrazzamenti con visita a 4 cantine del territorio e una speciale degustazione di Sciacchetrà. È quello che ha organizzato FISAR Milano per i prossimi Sabato 12 e Domenica 13 Maggio con un weekend enogastronomico alle Cinque Terre, in una delle più belle aree mediterranee naturali della Liguria, lungo il tratto costiero del levante caratterizzato dalla presenza di cinque antichi borghi che si affacciano a picco sul mare.

Un territorio in cui mare e terra si fondono a formare un’area unica e suggestiva, dal 1997 riconosciuta dall’UNESCO Patrimonio Mondiale dell’Umanità quale uno dei siti naturalistici più belli al mondo. Conosceremo le eroiche e scenografiche “vigne sospese”, monumento di coraggio umano, di pazienza, di resistenza e di tenacia in un territorio erto e sassoso, ma incredibilmente scenografico e unico nel suo genere. Un mito, quelle delle Cinque Terre, che da sempre viene associato a un altro mito: lo Sciacchetrà che nasce a strapiombo sul mare, su minuscole “fasce” strappate al monte con tenace fatica… dove, per dirla come il grande Luigi Veronelli, si muovono, come equilibristi “angeli matti i vignaioli”.

Nella mattinata di Sabato 12 Maggio 2018, partiremo in treno da Milano raggiungeremo il paese di Monterosso al Mare, base privilegiata per esplorare il territorio delle Cinque Terre. Dopo la sistemazione in hotel, ci sposteremo in treno nel vicino paese di Riomaggiore dove visiteremo la Cantina Possa degustando i loro principali vini, accompagnati da focaccia.

CANTINA POSSA – L’Azienda Agricola Possa, nasce ufficialmente nel 2004. L’azienda attualmente possiede terreni in località Possaitara e Chiappella (nel comune di Riomaggiore) che costituiscono l’appezzamento più esteso. Mentre altre proprietà, di minore estensione, si trovano nella costa di Tramonti, in località Schiara (comune di La Spezia), ma anche in altre zone del comune di Riomaggiore: Bargone, Casen di Qui, Casen di Là e Val di Serra. È una cantina giovane che si pone però l’ambizioso progetto di salvaguardare una produzione antica e preziosa. Fra i progetti futuri vi è il disegno di salvaguardia del fragile territorio costiero, che prevede nuovi vigneti e agrumeti per operare un ideale ricucitura fra la costa ed il mare in modo da tornare a vendemmiare come centinaia di anni fa: dalle terrazze alle barche. Coltivano Bonamico, Moscato Rosso, Bosco, Rossese Bianco e altri vitigni autoctoni, il tutto nel pieno rispetto della natura e delle tradizioni, naturalmente lavorati in biologico, il terreno è caratterizzato da un suolo ricco di pietrisco e la vicinanza del mare garantisce un ottimo microclima sia d’estate che d’inverno. L’età media delle vigne è di anche 40 anni, la vendemmia è rigorosamente manuale, in cantina la fermentazione è spontanea, senza mai l’aggiunta di lieviti selezionati e con livelli bassissimi di solforosa totale. Sono una piccola cantina, alcune annate di certe etichette vengono prodotte appena 500/600 bottiglie (un vino davvero di nicchia). Tra i loro migliori vini spicca il magnifico “Sciacchetrà” prodotto sia secondo il metodo tradizionale che in una versione con affinamento in anfora.

Terminata la visita alla Cantina Possa, avremo tempo a disposizione per rilassarci visitando il paese di Riomaggiore. In seguito partiremo a piedi per visitare la Cantina Terre di Bargon, arrampicata sui rilievi in posizione suggestiva e celebre per il suo Cinque Terre Sciacchetrà DOC, tra i “Top Cento” 2011 di Golosaria.

CANTINA TERRE DI BARGON – L’azienda Terra di Bargòn è arrampicata sui rilievi di Riomaggiore. Una lunga storia che dagli anni ’30, al ritorno dall’America dove era emigrato il padre di Roberto, giunge all’oggi. La storia di questa piccola azienda famigliare nasce, infatti, dall’incontro di due mondi: quello di Roberto che coltiva da sempre la vigna con i suoi fratelli a Riomaggiore e quello di Alessandra che  da sempre attiva reti trasversali a culture e linguaggi diversi alla ricerca di un linguaggio comune. Da allora i fratelli Bonfiglio continuano a coltivare con la stessa passione. Producono artigianalmente, rinnovandosi nel solco della tradizione, l’antico e raro passito Sciacchetrà.

Conclusa la visita, rientreremo in treno a Monterosso per prepararci alla cena a base di pesce che si terrà al Ristorante Ciak La Lampara concludendo la serata con una Speciale Degustazione di Sciacchetrà.

Nella giornata di Domenica 13 Maggio ci sposteremo in treno verso Vernazza per una visita alla Cantina Cheo e una degustazione di 4 vini di gran carattere, tra le migliori espressioni della vitivinicoltura delle Cinque Terre: Cinque Terre DOC Bianco Perciò; Cinque Terre Bianco DOC, Rosso Cheo Liguria di Levante IGP, Cheo Cinqueterre Sciacchetrà DOC.

CHEO E L’ANTICA TRADIZIONE DELLA VITICOLTURA LIGURE – Vernazza sorge intorno all’anno 1000 e si sviluppa lungo il corso del torrente Vernazzola, ora coperto, che attraverso ripide e strette viuzze e importanti elementi architettonici come le tante costruzioni difensive, portano al mare. Qui troviamo la cantina Cheo impegnata nel recupero della tradizione millenaria della coltivazione della vite in questo territorio. Due ettari terrazzati da cui nascono 4 vini a denominazione tra cui il famoso Sciacchetrà, circondati da  bosco e uliveto. La cantina si trova all’interno del paese e non lontano sostano in attesa i trenini che trasportano l’uva dopo la vendemmia, con lo scopo di velocizzare la lavorazione e ridurre i passaggi che portano il frutto alla vinificazione; così l’uva viene tempestivamente diraspata e tramite caduta trasferita alla pressa che dolcemente pigia gli acini. La struttura è dislocata in locali rispettivamente dedicati alla sosta in acciaio, alla maturazione in carati e all’immancabile locale areato per l’appassimento delle uve da Sciacchetrà. I vigneti sono inerpicati su circa settanta terrazze che sorgono sui colli intorno alla cittadina, tra i 30 e i 150 m slm, dislocati tra l’entroterra e l’affaccio sul mare. La vegetazione tipica mediterranea completa il quadro e rende questo territorio altamente propenso per una produzione di buona qualità. Sono tre le zone di coltivazione dell’azienda:

  • Fossà: rappresenta la culla del loro progetto vitivinicolo, un’intera collina è stata recuperata e ora è tutta ricoperta di vigneti con 360 scalini che mantengono in allenamento chi quotidianamente si dedica alla cura delle vigne.
  • Vernazzola: è la zona più fresca e interna per questo propensa alla coltivazione di vitigni a bacca rossa.
  • Manà: ultima arrivata, affacciata sul mare e baciata dal sole, in posizione ideale per la coltivazione delle uve da Sciacchetrà.

I vitigni coltivati sono tipici della zona quali Bosco, Vermentino, Albarola (a comporre le DOC da bianco), insieme a varietà rosse anche antiche e recuperate dal passato, dai nomi evocativi come Piccabun o Bruciapagliaio, accompagnate da qualche vitigno internazionale come Cabernet Franc e Merlot.

Avremo tempo a disposizione per un pranzo libero e, nel primo pomeriggio, rientreremo a Monterosso per una visita e degustazione alla Cantina Buranco: incastonata in uno splendido anfiteatro naturale protetto dai venti, la proprietà Buranco dispiega tutto il suo semplice, ma prezioso fascino a chi la raggiunge salendo da Monterosso. Qui il Rio Buranco, che dà il nome alla proprietà, prima di buttarsi nell’azzurro intenso del mare, attraversa una valletta che sembra davvero un’antologia di quanto più caratteristico può offrire questo lembo di Liguria. Degusteremo Sciacchetrà DOC, Magiöa DOC e Cinque Terre DOC.

DA BURANCO UN ANFITEATRO DI VIGNE – Posto nella parte più occidentale delle Cinque Terre, Monterosso sorge a ridosso di colline coltivate a vite e ulivo dove le scogliere scendono a picco sul mare. Caratterizzato dai tipici carrugi e dalle innumerevoli torri difensive, è anche la località più ricettiva a livello di strutture e spiagge che accolgono visitatori da ogni parte del mondo. L’azienda Buranco è collocata in un anfiteatro naturale protetto dai venti e raggiungibile salendo da Monterosso. In questo contesto non è difficile comprendere la loro filosofia del “ritrovare il tempo perduto” e le tradizioni a esso legate. Il nome della cantina deriva dal fiume Rio Buranco ora non più attivo. Qua la famiglia Grillo in tre ettari oltre alla vite, coltiva ulivi e limoni, dilettandosi anche nella produzione di miele e grappe. In questa zona elogiata anche da Eugenio Montale, l’esposizione, l’influenza del mare, la flora mediterranea e le caratteristiche dei terreni non possono che essere preziosi alleati nella produzione enologica. Il terreno, infatti, è ricco di elementi minerali e sale (dovuto alla vicinanza con il mare). Il suolo è scistoso, composto da massi erratici di arenaria, è permeabile e asciuga facilmente. L’esposizione ottimale a sud-ovest permette una buona maturazione dell’uva con l’aiuto della protezione dai venti freddi che arrivano da nord. Il clima è caratterizzato da primavere miti e giustamente piovose che fanno si che le prime gemme spuntino a marzo, mentre le estati calde e assolate non fanno protrarre la vendemmia oltre settembre.

Due giorni intensi alla scoperta della viticoltura non sempre facile della Liguria di Levante, che ci permetteranno di conoscere uno dei territori più incontaminati d’Italia.

Laura Grossi e Valentina Ricca