WinePlastics: che cos’è? Una polvere tecnologica ottenuta dagli scarti del vino – bucce d’uva e vinaccioli – che può essere miscelata a tutte le plastiche esistenti. A raccontarlo è Serena Gasparoni di Repubblica.

L’idea sviluppata da AgroMateriae, startup emiliana accreditata all’Università di Modena e Reggio Emilia, qualche mese fa ha conquistato a Bologna il Premio Nazionale Innovazione. L’obiettivo è di valorizzare e trasformare in scala industriale gli scarti della filiera agroindustriale in nuove materie prime a servizio dell’industria della plastica e della bioplastica. Il prodotto di lancio si chiama WinePLastics filler (WPL), una polvere altamente tecnologica ottenuta dagli scarti del vino – bucce d’uva e vinaccioli per lo più – che può essere miscelata fino al 60% a tutte le plastiche e bioplastiche esistenti. […]

“In questo modo le cantine hanno un una nuova opzione per valorizzare i loro sottoprodotti e per contribuire alla produzione di materiali più sostenibili in un modo economicamente fattibile”, continua Nanni, “Ma non solo i sottoprodotti della produzione vinicola, si possono valorizzare e trasformare anche i fondi di caffè, i residui dell’industria olearia e molti altri substrati, risolvendo così anche i problemi che le aziende possono avere nel gestire i loro scarti naturali.” (‘Se la plastica usa gli scarti del vino brinda anche il Pianeta’ pubblicato su https://repubblica.it

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