I miei brevi giorni trascorsi in Abruzzo sono stati contrassegnati da piacevoli visite in alcune Cantine, gentilmente suggerite dai colleghi Remo de Fabritiis e Giuseppe Ialonardi, Delegato Fisar Teramo (che ringrazio anche per le preziose “dritte” gastronomiche).

A latere non posso non ringraziare la mia amica pescarese, Tatiana per il “gancio” con il sindaco di Tollo (CH), Angelo Radica. Abbiamo programmato l’incontro con il primo cittadino di questa piccola città per parlare naturalmente dell’importante riconoscimento che dal 2019 dà lustro a questa comunità: la DOCG Terre Tollesi o Tullum.

Quella che segue è l’intervista che mi ha rilasciato presso il suo ufficio, in compagnia di un consigliere comunale; da premettere che il sindaco è anche un socio conferitore per la Cantina Tollo.

L’INTERVISTA

Signor Sindaco grazie per avermi concesso questo incontro e complimenti per le recenti nomine: Presidente nazionale dell’Associazione Città del Vino e, direttamente dalla sede del Parlamento Europeo a Bruxelles, Vice Presidente dell’Associazione Recevin – European Network of Wine Cities.

Grazie, grandissima soddisfazione e una immensa responsabilità essere Vicepresidente di un’associazione europea di oltre 300 comuni europei del vino, che raggruppa le tre associazioni di Portogallo, Spagna e Italia. Città del Vino invece è un’associazione di Comuni (460), la più grande dopo l’Anci, costituita nell’87: alcuni sindaci di città come Asti e Frascati si riunirono per contrastare il problema del metanolo e difendere il comparto vitivinicolo.   Da allora l’associazione ha fatto grandi passi in avanti; si occupa di diverse iniziative, come il Concorso Enologico Internazionale arrivato alla XVIII edizione, “il palio delle botti”, uno studio sulla promozione turistica del vino.

Parliamo del territorio tollese

In questo territorio troviamo tre realtà vitivinicole, Cantina Tollo, Vigneti Radica e Feudo Antico (controllata dalla Cooperativa di Tollo).   Rispetto ad altre zone produttive, qui abbiamo poche aziende singole produttrici; questa è una caratteristica della provincia di Chieti, dove troviamo oltre 35 cantine sociali, come a Ripa Teatina, Torrevecchia, San Giovanni, Villanfonsina, Ortona, Vasto, Casalbordino. Cantina Tollo, con 18 milioni di bottiglie prodotte, gareggia con il Gruppo Cantine Settesoli per essere una delle più grandi del centro-sud. I soci conferitori del territorio tollese sono circa 700 che salgono a quasi 900 perché molti provengono da province e regioni confinanti (Pescara o dal Molise, Puglia).

Come si arriva alla nuova DOCG e quali le nuove sfide?

Innanzitutto, c’è stato il passaggio principale, la Doc nel 2008 e il 4 luglio 2019 la Docg; è avvenuto un patto tra produttori e istituzioni, poi si è presentata una relazione e la domanda all’Ufficio Italiano Vini del Ministero dell’Agricoltura. Attualmente gli ettari della Docg Tullum sono circa 40 con un potenziale di almeno 300; infatti nel 2014, quando era ancora Doc, è stato fatto uno studio per il calcolo delle potenzialità del territorio (caratteristiche pedoclimatiche e agronomiche).

Oggi il Consorzio che si è costituito sta realizzando grandi iniziative per la promozione sui mercati; per esempio, Cantina Tollo che è un colosso, ha distinto la produzione (per realizzare i vini a denominazione) e ha costituito una sua Società controllata al 100% che si chiama Feudo Antico S.r.l. (tutta la vinificazione avviene nella Cantina Tollo). L’azienda Feudo Antico ha un suo punto vendita (qui le bottiglie sono etichettate Doc e Docg) e un centro di accoglienza, costruita su importanti ritrovamenti di epoca romana. Tornando alla Docg Tullum, il disciplinare di produzione prevede le tipologie Rosso e Rosso Riserva (Montepulciano almeno al 95%; nel caso della Riserva, invecchiamento obbligatorio di almeno 2 anni di cui almeno 6 mesi in legno), Passerina e Pecorino (entrambi 90% minimo) e Spumante (Chardonnay almeno al 60%).

Si sente parlare di un turismo enogastronomico in crescita; come si sta muovendo la sua amministrazione per la valorizzazione del territorio e lo sviluppo economico della comunità?

Esattamente, nel 2015 è stato inaugurato un Enomuseo, ma abbiamo anche un grande progetto: far riconoscere la pergola abruzzese a Patrimonio dell’Unesco. A tal proposito abbiamo ricevuto una menzione al premio Nazionale del Paesaggio 2020-2021 (Rif. Premiati i progetti “La pergola abruzzese. L’esperienza tollese e la Carta di Tollo” e “Colture e culture. Vivere tra i Calanchi di Atri”; il primo progetto si pone l’obiettivo di evitare il consumo di suolo e tutelare il paesaggio vitivinicolo tradizionale dominato dal sistema di impianto della cosiddetta pergola abruzzese o tendone, localmente chiamata Capanna).

La pergola ha solo una controindicazione, perché non si può meccanizzare, però in momenti come questi di alta siccità e alta irradiazione solare, il grappolo è più protetto. Abbiamo costituito un partenariato, 20 Comuni, una trentina di Aziende e in più tutte le associazioni di categoria (Coldiretti, Confagricoltura, Assoenologi) con agronomi, enologi ed enotecnici; il progetto è stato presentato lo scorso novembre alla cittadinanza e poi inoltrata domanda al Ministero dell’Agricoltura.  I passaggi sono questi; per esempio, l’anno scorso sono stati inseriti come Patrimonio dell’Unesco i Portici di Bologna e in questi casi bisognava fare domanda ai Beni Culturali.

Prima abbiamo accennato all’Enomuseo; come vanno le cose?

All’inizio si facevano molte attività; poi con il Covid ci siamo un po’ fermati. Al suo interno abbiamo istituito una scuola del vino (Wine Business School) nel biennio 2020-2021, realizzata sempre con il partenariato di cui parlavamo prima e il soggetto attuatore è l’Università di Teramo: si tratta di un corso di perfezionamento riconosciuto, con possibilità di crediti formativi, rivolto prevalentemente a lavoratori delle cantine e a chi si occupa di marketing, agronomia, contabilità, export, ma anche a neolaureati.

Nel 2017 il comune di Tollo è stato il primo territorio italiano ad aver adottato il piano regolatore delle città del vino, impostato secondo i criteri dell’urban food planning; di cosa si tratta?

Nel 2016 abbiamo approvato un piano regolatore che è stato premiato come Miglior Piano Regolatore da Città del Vino, perché riduceva i territori edificabili e vincolava l’84% delle aree comunali, Tullum (oltre 10 km²) e altro; grazie all’Università di Milano, dipartimento di Scienze Agrarie e Ambientali, è stato realizzato qualche anno prima uno studio di caratterizzazione vitivinicola, con classi di potenzialità del territorio (dove sono stati individuati i terreni argillosi e sabbiosi). In base a questo lavoro è stata creata una matrice della zona di Tollo con la mappa della distribuzione in funzione delle caratteristiche delle uve per il Montepulciano. Sulla cartina si evidenzia un reticolato bianco che rappresenta una produzione con meno zuccheri e meno antociani, qui è dove sono presenti i fiumi; nella zona verde meno zuccheri e più antociani e nella zona rossa più zuccheri e meno antociani.   Lo stesso grafico si ripete per la distribuzione del Trebbiano e Passerina, sempre in base alle zone e ai punti cardinali.

Per concludere, signor Sindaco, mi spiega quali sono in generale le caratteristiche del Montepulciano dei nuovi vini Tullum DOCG?

In breve, il Montepulciano, seconda varietà a bacca nera più diffusa in Italia dopo il Sangiovese, ha una maturazione abbastanza tardiva (prime settimane di ottobre), garantendo vini strutturati, longevi, carichi di profumi e colori. È un’uva relativamente rude e grezza, ha quindi bisogno di tempo, in bottiglia o botte, per affinarsi. I suoi profumi vanno dalle note di ciliegia marasca e frutti di bosco, alle spezie, come noce moscata e cannella, ancora mandorle tostate, mallo di noce, tabacco, liquirizia, cacao, cuoio; da giovane prevale una tannicità abbastanza marcata per poi ammorbidirsi dopo pochi anni (per questo contribuisce un sapiente passaggio in legno, barrique o botte grande).

Fabio Volpentesta

[Credits fotografici: Fabio Volpentesta]